Tanti di noi non ne possono fare a meno al risveglio oppure durante la mattinata, per scacciare via la sonnolenza. Tanti amano gustarlo in compagnia di amici o colleghi, adottandolo come pretesto per prendersi una pausa o per combinare una chiacchierata al bar.
Il caffè a Trieste è però molto più di tutto ciò. Il caffè è un mondo che non smette mai di affascinare il grande pubblico, per la sua capacità di spaziare dalla cultura alla scienza, dall’economia al costume. L’occasione per conoscere più da vicino i segreti della tanto amata bevanda è stata la giornata del 20 novembre, dove il caffè è stato al centro di una serie di convegni e manifestazioni organizzate dalla Camera di Commercio, dall’Associazione caffè Trieste e dal “Trieste coffee cluster”. Un’iniziativa, che ha preso il nome di “Trieste caffè”, concepita per celebrare un simbolo dell’economia della nostra città, che in questo campo vanta primati a livello internazionale, e per rispondere alle curiosità che ruotano attorno a quello che è a tutti gli effetti una presenza importante nella nostra quotidianità.
Nella mattinata è andato in scena un convegno aperto al pubblico nella Sala maggiore della Camera di commercio. Ad alternarsi come relatori i presidenti degli enti organizzatori, che hanno disegnato il quadro economico attuale del mercato del caffè. Un dato da sottolineare su tutti riguarda l’importanza del distretto industriale che fa della bevanda in questione il suo business. A Trieste sono oltre 50 le imprese che operano nel settore, per un totale di quasi un migliaio di occupati.
Se da una parte abbiamo chi il caffè lo produce, dall’altra troviamo le decine di migliaia di accaniti consumatori triestini, tra cui c’è anche chi non rinuncia a 5 o 6 tazzine al giorno. Ma esagerare con il caffè fa bene? Ciò che emerge da recenti studi, presentati in sede di convegno, è che tale bevanda sembrerebbe avere effetti positivi sull’incidenza di alcuni tipi di patologie e quindi sulla longevità delle persone. Potrebbe non essere una coincidenza il fatto che Italia e Giappone, due dei Paesi che maggiormente consumano caffè, siano anche tra i più longevi al mondo. Ciò che invece è certo è la grande variabilità individuale per quanto riguarda ad esempio le conseguenze dell’assunzione della caffeina. Quando beviamo una tazzina di caffè assimiliamo qualcosa come 1500 sostanze diverse. Una di queste è la tanto chiacchierata caffeina, responsabile in alcuni soggetti di insonnia, fenomeno che dipende dalla capacità o meno di un’enzima di eliminarla. Alla fine è tutto un problema di predisposizione genetica. E gli altri 1499 elementi? Si tratta per la maggior parte di anti-ossidanti, parola certo molto di moda negli ultimi tempi, ma inevitabilmente collegata agli effetti benefici già citati precedentemente.
Chi il caffè invece non lo ama forse si sentirà in qualche maniera escluso da tante belle parole spese nei confronti della tazzina. Non gli resta che dare la colpa anche qui alla genetica. Ci sono infatti soggetti, una forte minoranza della popolazione, denominati “super-taster” che presentano sulla lingua un numero di papille gustative più elevato della media. Ciò porta queste persone a percepire con più intensità i gusti e quindi a non tollerare ad esempio l’amaro.
Chi invece il caffè lo ama non si sarà perso gli eventi previsti nel pomeriggio, che hanno coinvolto il caffè Tommaseo e la Sala Expomittelschool di via San Nicolò. Nella stessa via ha aperto i battenti per l’occasione il Museo commerciale del caffè, un’esposizione di documenti e oggetti visitabile fino al 31 gennaio 2010. Tra lezioni di degustazione, dibattiti letterari e performance musicali, “Caffè Trieste” si è chiusa la sera con una cena interamente a base di… Beh.. inutile neanche specificarlo.
Massimo Petronio
Pubblicato sul settimanale “Vita Nuova” di Trieste (27 novembre 2009)