La Repubblica, 04-12-2009 pag. 53
Moltov e minacce: nove bar incendiati nel giro di tre settimane
A Montreal è sfida fra le “famiglie” siciliane. E la gente ha paura
Clan in guerra per il caffè: il Canada scopre la mafia
di Lorenzo Tondo
Montreal. Bombe molotov lanciate dai finestrini delle auto in corsa. Vetrine fatte a pezzi a colpi di pallottole e mazze da baseball. Locali sabotati e poi dati alle fiamme. La mafia a Montreal colpisce di notte. E fa paura. Sono nove i bar incendiati nelle ultime tre settimane. […]
La pista più accreditata sembra essere quella di un conflitto tra le gang di strada per il controllo del territorio. […]
Nicaso [scrittore e ricercatore calabrese, uno dei massimi esperti delle organizzazioni criminali nordamericane, ndr] non esclude la pista dell’imposizione dei prodotti. Una strategia utilizzata sin dai primi anni Cinquanta dalle colonie di Cosa Nostra in Nord America. «E’ una tattica molto diffusa per intimidire i titolari dei bar. La mafia lo fa soprattutto per imporre il proprio controllo sul territorio – spiega Nicaso – Il prodotto maggiormente imposto è il caffè». […]
Nel 2005, in una delle conversazioni registrate dalla polizia canadese, Francesco Arcadi, braccio destro del boss Nicola Rizzuto, spiega ai suoi uomini come comportarsi con i bar: «Appena vedete che c’è un pacchetto di caffè diverso dal “nostro”, ditegli che gli faccio saltare in aria il locale». Il caffè dei padrini era Moka d’Oro, un marchio legato a Nicodemo Cotroni, figlio del vecchio capomafia Frank Cotroni. […]