Corriere della Sera 12-12-09 Spettacoli
Guerra di spot
Se a disputarsi il paradiso sono i caffè di Bonolis e Clooney
di Aldo Grasso
Il paradiso non può attendere. Bisogna decidere in fretta se a servire il caffè dev’essere Paolo Bonolis, che rivendica un’anzianità di servizio più che decennale, o George Clooney, fresca new entry con John Malkovich nei panni di un San Pietro e subito accusato di clandestinità.
Sotto Natale è scoppiata la guerra degli spot. La Lavazza è scesa sul piede di guerra perché, a suo dire, la concorrente Nespresso gli avrebbe rubato l’idea, ambientando l’ultimo spot di Clooney proprio in heaven. Ha intimato ai concorrenti di sospendere la pubblicità, pena la chiamata davanti al Giurì. […]
Qualcosa del genere, con strascichi in tribunale, successe già anni fa, quando la Segafredo lanciò uno spot ambientato all’inferno. Protagonista era Renzo Arbore, circondato da una schiera di diavolesse e dal coro napoletano dei dannati: «Ma che caldo che fa, accà aria fresca nun ce sta». […]
Un tempo, usando un testimonial yankee come George Clooney, non ci sarebbero stati dubbi sulla diversità dei caffè. […]
La cosa curiosa è che, proprio nei giorni in cui a Roma un convegno internazionale della Cei si occupa della presenza di Dio nell’oggi, la disputa sul paradiso continua a essere monopolio della pubblicità.