Si dice che il Caffè degli Specchi sia il “salotto buono” di Trieste. Un luogo d’incontro nella migliore e più bella sala della città, piazza Unità. Per fermarsi, conversare, guardare chi passa, creando magari lo spunto per un’innocua chiacchiera. Da dietro le grandi vetrate d’inverno. Ai tavolini sulla piazza stessa quando la temperatura lo permette.
Insomma, un luogo dove non solo bere un espresso, ma assaporare la cultura del caffè, così cara a Trieste.
La storia degli Specchi inizia nel 1839. Punto di incontro per commercianti, armatori, assicuratori, fu frequentato anche da personalità come Kafka, Joyce e Svevo.
Nella sua lunga storia si contano cambi di gestione, ristrutturazioni, periodi in cui l’accesso fu inibito al pubblico. Come quando, dopo il 1945, venne requisito dalle truppe anglo-britanniche e divenne quartier generale della Royal Navy.
Gli eventi cruciali della storia di questi ultimi due secoli si legano in modo originale a quella del locale. Fin dall’anno di apertura, la memoria storica dei fatti accaduti in Europa venne fissata con incisioni su specchi o lastre di vetro, un tempo tutti visibili agli avventori. Specchi come copertine di riviste. E così si spiega il nome, Caffè degli Specchi.