Anelli, api, farfalle, cuori, cavalli, raccontano belle situazioni. Le figure chiare sono positive. Linee forti e continue indicano solidità, se poi arrivano fino al bordo della tazzina parlano di concretizzazioni. Ma come nasce la caffeomanzia? Nel XVII secolo a Firenze, Tomaso Tamponelli scrisse un trattato sulla lettura dei fondi del caffè, arte già praticata in Oriente. La comparsa dei caffé nel diciassettesimo secolo, luoghi di scambi e socializzazione, le procurò un’ulteriore diffusione in tutta Europa.
Come trovare una risposta a una domanda pensata bevendo una tazza di caffè? L’approccio è euristico, la soluzione del problema non segue un chiaro percorso, ma si affida all’intuito e allo stato temporaneo delle circostanze.
Si prepara un caffè alla turca, facendo bollire in un pentolino il caffè macinato finemente; il caffè andrà bevuto non zuccherato, possibilmente in una tazzina di porcellana chiara per permettere una lettura migliore. Si capovolge la tazza su di un piatto, alcuni la fanno ruotare altri aspettano semplicemente un paio di minuti. I depositi di caffè rimasti, sia nella tazza che nel piatto, daranno forma alle figure. Le “scuole” di lettura sono diverse. Il manico della tazzina può dare un indicazione spaziale, mostrando il lato destro, legato agli affari, l’economia, la razionalità, il lato sinistro parlerà degli affetti.
Disturbare la fisica quantistica per la lettura dei fondi del caffè, può sembrare un paradosso, ma può diventare intrigante. La fisica moderna ha modificato la posizione dell’osservatore, non più esterno ai fenomeni ed assolutamente obiettivo, ma esso stesso partecipe degli eventi che osserva. L’azione di osservare perturba il sistema quantistico sino al punto che non è più possibile trascurare l’interazione dell’osservatore con il fenomeno osservato. Il concetto della sincronicità verrà inscritto tra spazio e tempo da Jung che cercherà a lungo di chiarire scientificamente la cosa.
Carl Gustav Jung nato a Kesswill il 26 luglio 1875, uno dei fondatori della psicologia del profondo, iniziò un interessante scambio epistolare con il fisico quantistico futuro premio nobel Wolfgang Pauli e con Ernst Pascual Jordan, insigne fisico tedesco. Scrive Jung: ”…è particolarmente importante la coincidenza degli eventi nello spazio e nel tempo, scorgendovi qualche cosa di più che il solo caso e cioè una peculiare interdipendenza degli eventi oggettivi tra loro, come pure tra essi e le condizioni psichiche dell’osservatore o degli osservatori.” – “…il solo criterio di validità della sincronicità è l’opinione dell’osservatore.”
Un’esortazione a esaminare accuratamente il proprio carattere, le proprie intenzioni e le proprie motivazioni.” Ricordandoci che è solo un gioco, perchè non farlo anche dopo aver bevuto una tazza di caffè?