Veniva chiamato Caffeina d’Europa, amava definirsi anche “aeropoeta futurista”, al secolo era conosciuto come Filippo Tommaso Marinetti.
E’ del 20 febbraio 1909 la prima lettura del manifesto del movimento Futurista che, nella continua irrefrenabile tensione al sovvertimento in tutti i campi, si addentra anche in quello culinario.
Nel 1932 Marinetti raccoglie, nel tentativo di realizzare la rivoluzione gastronomica, le sue teorie sul “raffinamento sensibile che richiede uno studio completamente artistico della cucina”.
E’ il manifesto della cucina Futurista.
I piatti proposti sono studiati tenendo conto del sesso, del carattere, della professione e della sensibilità.
A Torino in quegli anni nacque il primo ristorante ispirato alle idee marinettiane, per l’inaugurazione fu servito: Antipasto intuitivo (arancia svuotata nella quale si dispongono salumi, funghi sottaceto, acciuga e peperoncini verdi), Brodo solare (consommè nel quale si cullano ingredienti dorati), Tuttoriso (con riso, insalata, vino e birra), Aerovivanda (tattile con rumori e odori), Carneplastico ultravirile (per le donne), Paesaggio alimentare (per gli uomini), Mare d’Italia, Insalata mediterranea, Pollofiat (queste tre portate venivano servite assieme), Equatore+Polo Nord, Dolcelastico (una sfera di pasta frolla con dello zabaione rosso nel quale è immersa una striscia di liquirizia), Reticolati del cieli, Frutti d’Italia (composizione simultanea). Vini, birra, spumanti e profumi.
Ai giornalisti vennero servite due vivande fuori programma; una delle quali era il Porcoeccitato (formula dell’aeropittore futurista Fillìa). Un salame crudo, privato della pelle servitio diritto in un piatto contenente del caffè-espresso caldissimo mescolato con molta acqua di Colonia.
Sembra migliore la ricetta dedicata alla città del caffè: “Il Golfo di Trieste”, riso condito con crema di vaniglia.
Proprio a Trieste, il 12 gennaio 1910, in occasione della prima serata futurista svoltasi al Teatro Rossetti, venne servita, iniziando dal caffè, la famosa “Cena a rovescio” dove l’ordine delle portate era invertito.
Il menu offerto si apriva con: Caffè, Dolci memorie frappècs, Marmellata di gloriosi defunti, Arrosto di mummia con fegatini di professori, Insalata archeologica, Spezzatini di passato con piselli esplosivi in salsa storica, Pesce del Mar Morto, Grumi di sangue in brodo, Antipasto di demolizioni, Vermuth.
Qualcuno asserisce che fortunatamente, nel quotidiano, della cucina futurista non è rimasta alcuna traccia.
…meglio le ricette degli “Amici del caffè”.
Per chi desidera approfondire è stata prolungata fino al 5 aprile:
Mostra sul Futurismo a Trieste, ideata e curata da Piero Delbello.
Si tratta di un viaggio nelle avanguardie di regime fra il 1920 e il 1940.
Al mercoledì pomeriggio visita guidata dal curatore della mostra.
MUSEO DELLA CIVILTÀ ISTRIANA, FIUMANA E DALMATA – VIA TORINO, 8 – TRIESTE