Il dio Waqa si commosse quando vide il corpo morto dell’uomo e le sue lacrime diedero vita a una pianta di caffè. È un mito che resiste ancor oggi tra gli Oromo, principale etnia dell’Etiopia. E i miti, si sa, non si scomodano per questioni di poco conto… Il caffè è un elemento fondante dell’economia e della cultura di questo popolo. E come tale viene investito di sacralità.
Compare anche nel mito di creazione. Boorana, considerato il primo Oromo, ricorda che dio un tempo mandò loro un messaggero. E quando lo incontrarono su una collina, in segno di riconoscenza, raccolsero per lui chicchi di caffè.
Così, tra superstizione e religione tradizionale, il caffè viene considerato una potente medicina, viene preparato prima dei riti religiosi, viene usato per gli esorcismi, tostando, masticando e mettendo in infusione i chicchi verdi. È un simbolo di fertilità e i chicchi vengono impiegati nel rituale del “buna qalla”. Ed è piantato sulla tomba degli stregoni particolarmente potenti. Proprio in ricordo di quelle lacrime del dio Waqa, da cui ebbe origine.
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