Latta e caffè

Come coniugare caffettiere col problema rifiuti, bambini di strada,  l’Alessi, il design, Napoli, l’arte e il riciclo? Ci è riuscito Riccardo Dalisi: “Compasso d’oro” con la caffettiera “napoletana” realizzata per l’Alessi nel 1981.

Docente di architettura dal ’69 presso l’università di Napoli, ma un docente speciale, in grado di realizzare laboratori di strada coinvolgendo bambini e ragazzi, che avevano abbandonato la scuola, nella realizzazione di lavori, avvicinandoli al mondo dell’architettura e del design.

I suoi corsi potevano svolgersi fuori dell’edificio di facoltà, nei quartieri più degradati: grazie a Dalisi  gli artigiani di Rua Catalana, a Napoli, hanno ripreso a lavorare la latta, il ferro e altri materiali, realizzando progetti dello stesso Dalisi o a lui ispirati. Nascono così dalla latta personaggi dallo stile inconfondibile: la forma, ad esempio legata all’uso della caffettiera, si anima.


Le opere di Dalisi da Napoli sono arrivate alla Biennale di Venezia, al Museo di Denver, al Guggenheim Museum di New York, a Copenaghen, Salonicco, Düsseldorf, Chicago, alla Fondazione Cartier di Parigi, Monaco, Vienna e la lista è ancora lunga. Per Dalisi “l’architettura, l’arte e le tecniche devono essere tese al riscatto sociale, all’eguaglianza, al diritto di tutti di accedere alla sfera creativa fattiva che sfocia nel lavoro solidale che illumini la vita di più persone possibile”.

“Latta e caffè” è il titolo del documentario che racconta Dalisi, firmato dal regista Antonello Matarazzo. Vi troviamo, tra l’altro, interventi del critico d’arte Gillo Dorles, di padre Alex Zanotelli, uomo avezzo a condividere il riscatto degli ultimi, dell’architetto Mario Marenco compagno di strada dell’artista.

Gillo Dorfles lo descrive come un artista  garbato, sensibile, ma anche e soprattutto gioioso, ilare, ironico e umano, fantastico, anche grottesco.

Antonello Matarazzo parlando del documentario dichiara: “Sono certo che una cosa emergerà da questa mia impresa: tra i tanti bambini che compaiono nel documentario quello che spicca con più forza di tutti è proprio Riccardo Dalisi, un uomo che, alla soglia degli 80 anni, ha conservato  il suo sguardo ludico e il suo spirito infantile, una caratteristica comune ai più grandi creatori”.

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