Con quale caffettiera preparo il caffè questa mattina? Con la Cubana degli anni ’30, la Lupa degli anni ’40 o una delle geniali San Vitale? C’è solo l’imbarazzo della scelta: una Cappuccina, una Kicca o semplicemente una “Signora Caffettiera”?
A casa di Lucio Del Piccolo la questione può prolungarsi per ore. A dir il vero, si potrebbe andare avanti per settimane ad assaggiare caffè preparati da macchine pensate con sfumature strutturali, o modalità radicalmente diverse che permettono di cogliere ottiche, priorità impensate, storia, immaginazione e creatività geniali.
Macchine elettriche come la Superba o ad alcool come la Orso usata anche in trincea durante la Grande Guerra, ricchissime eleganti signore vittoriane, antiche affascinanti francesi in delicato vetro e ceramica ci fanno percorrere lo spazio e il tempo, dal 1800 ad oggi. Materiali diversissimi, il cui utilizzo in qualche caso ha trasformato la caffettiera in una specie di pila: la leggera acidità dell’acqua che risaliva durante la preparazione del caffè, determinava, nell’interazione tra i diversi metalli, un flusso di elettroni. La corrente galvanica consumava il metallo determinando l’usura della macchina. Sono davvero tanti gli elementi da considerare quando si progetta una caffettiera.
La passione, perché per riuscire a raccogliere tutte quelle meraviglie è di vera passione che si parla, comincia sul lavoro, con una caffettiera quasi banale, poi il fiume in piena che fa riprendere vita a pezzi di metallo che hanno ancora tanto da raccontare. La capacità di Lucio è proprio questa: conosce ed è in grado di recuperare dei veri gioielli che andrebbero perduti. Per lui non è sufficiente collezionarli, deve saperli vivi e funzionanti e può raccontarci pregi e difetti di ognuna delle sue creature.
Quando sono uscita dalla sua casa con una bella “ungherese da sprghert”, potevo pensare che qualsiasi oggetto avrebbe potuto produrre genialmente il caffè. Le forme ormai non avevano nessuna importanza, mi aveva liberato la mente dal pregiudizio caffettiera e tutto era possibile. Alte, basse, tonde, squadrate, con becchi e cannucce a forma di serpente e filtri dei più strani, in ceramica, vetro, a forma di coppa, tutto era meravigliosamente possibile da Lucio. Speriamo, possa qualche volta raccontarci qualcuno dei suoi pezzi, per farci sognare un caffè da favola e di poterli ammirare in esposizione dal “vivo” quanto prima. Per il momento, chi volesse dare un’occhiata può curiosare sul suo sito, un vero pozzo di San Patrizio .
Caffettiere e macchine da caffè [Link]
Per saper qualche cosa di più sulla corrosione galvanica [Link]