Il caffè più antico e illustre di Roma, luogo di incontro di intellettuali da Schopenhauer a Orson Welles, da Gabriele D’Annunzio a Stendhal, è il soggetto del celebre quadro di Renato Guttuso Caffè Greco. E se per ammirare la preziosa tela normalmente ci si deve recare a Madrid, dove è custodita nel Museo Thyssen-Bornemisza, in questi giorni, fino all’8 dicembre, per farlo non sarà necessario muoversi dall’Italia.
Caffè Greco è, infatti, è una delle opere di Renato Guttuso in mostra negli spazi espositivi della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, nel parmense. Un’antologica che anticipa le celebrazioni per l’imminente centenario della nascita dell’artista, che ricorrerà nel dicembre 2011, una mostra a suo modo completa, nel senso che presenta opere fondamentali per tutti i maggiori momenti dell’attività artistica del maestro. Comprese alcune celebri icone come La spiaggia, Comizio, Spes contra spem e, appunto, Caffè Greco.
Sessantacinque opere, sceltissime, per documentare l’intensità espressiva del momento formativo, all’inizio degli anni trenta, il sentito realismo espressionista, fino al vitalismo rinnovato della sua ultima stagione. Guttuso è stato per più di cinquant’anni uno straordinario testimone dei tempi, in grado di rappresentare con le sue opere, ma anche coi suoi scritti, il realismo della condizione umana con le sue sofferenze, i suoi miti, le sue passioni. Lui che in politica e in amore trasfuse passione viscerale, offrendo spunti frequenti ai rotocalchi, al punto da divenire, in vita e ancor più dopo la morte, uno dei personaggi più citati dalle cronache. Intensità, intrecci, realismo che si ritrovano anche nella sua visione dell’antico Caffè Greco.
“Dentro Roma c’è un caffè…
Un caffè tutto speciale.
Non lo fo per dirne male;
dico solo… quel che è.
Qui ci trovi americani,
gran milordi, signoroni,
grandi artisti, artisti cani.”
(Augusto Jandolo, 1914)
Per approfondire: la mostra Passione e Realtà – Guttuso