Mappamondo del caffè: Honduras

Patria dell’antico popolo Maya. Il territorio è montuoso, solo il 9% risulta coltivabile, ma l’economia si basa proprio sull’agricoltura. Il secondo Paese più povero delle Americhe, dove si abbattono forti piogge e uragani. Si producono banane, noci di cocco, tabacco, cotone e  caffè. Un Paese tellurico, anche politicamente: il 28 giugno 2009 un colpo di stato vede disordini repressi sanguinosamente da alcuni reparti delle forze dell’ordine favorevoli alla dittatura: si impone il coprifuoco. In pochi mesi muoiono 10 giornalisti. La situazione politica è complessa. Nel gennaio 2010 si sono tenute, sotto la sorveglianza dei militari, le elezioni presidenziali con un grado di astenzione del 70% da parte della popolazione.

La realtà, sempre più pericolosa e difficile, è ben lontana dalle immagini turistiche caraibiche dell’Isola dei famosi. Il quotidiano del popolo honduregno è fatto di lotte, repressioni, colpi di stato, narcotraffico. E’ di fine ottobre la notizia di una strage in un campo di calcio a San Pedro Sula, seconda città del Paese, situata in una regione in cui le bande di narcotrafficanti raffinano la cocaina. Un commando di una decina di uomini incappucciati ha aperto il fuoco su un gruppo di persone che si preparava per una partita amatoriale: 14 morti, uomini tra i 20 e i 45 anni, giustiziati uno a uno in una drammatica mattanza durata cinque minuti.

Si produce caffè, 175 000 ettari di coltivazioni, e cocaina: due fonti di energia e di grossi guadagni. Ma i bambini hanno un obbligo scolastico che arriva ai 9 anni, se viene rispettato. Il reddito pro capite in Honduras è inferiore a 2.000 dollari l’anno, l’80% della popolazione vive in condizione di povertà. Una percentuale elevata della popolazione della capitale vive in aree dove non c’è acqua corrente, l’elettricità è limitata, gli alloggi fatiscenti, le cure mediche difficili.

Lavazza, con il supporto tecnico di Volcafé, uno dei maggiori trader di caffè verde del mondo, aveva dato inizio al Progetto ¡Tierra! in tre comunità di coltivatori, una delle quali in Honduras. Oltre 75 persone scolarizzate in 6 anni con l’obiettivo di permettere ai piccoli produttori di accrescere la qualità dei loro caffè, renderli più competitivi sul mercato e contemporaneamente migliorare le loro condizioni di vita salvaguardando il tessuto territoriale. Nella comunità La Fortuna, Parco del Cosuco, è stato realizzato un impianto per la depurazione dell’acqua, impostata la trasformazione della polpa del caffè in fertilizzante organico. Costruiti una nuova scuola, locali mensa, ambulatorio medico e sale per riunioni della comunità. Avviata la riforestazione con specie locali e la realizzazione di azienda agricola con programmi di microcredito per la produzione del caffè a famiglie di produttori.

La caratteristica dei caffè honduregni è quella di essere “dolci e leggeri”: arabiche del Centro America. Il caffè è molto amato in Honduras ed è molto buono, anche nei ristoranti più modesti: negro o con “lache” lo si può accompagnare con un ottimo pane alle banane, una focaccia dolce preparata appunto con banane, cioccolato e caffè. Speriamo che tutto questo si possa tornare a gustare in pace anche in quelle terre.

Si ringrazia Antonio Pagliula per concessione della fotografia di Davide Bonechi scattata il secondo giorno del golpe a Tegucigalpa, tratta dal Blog Vero Sudamerica.

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