Studio e passione: la ricetta di Francesco, miglior barista

Vuoi fare il barista come si deve? Allora, studia! È la filosofia, e il consiglio ai colleghi…, di Francesco Sanapo, campione italiano barista 2010. A studiare non c’è da pentirsene: apre continue e nuove opportunità di indagare, scoprire e appassionarsi a culture, aromi e sapori. E può contribuire a tenere alto il nome del proprio paese e di uno dei suoi prodotti bandiera, quale il caffè. Cimentandosi, per esempio, in competizioni nazionali e internazionali, come quelle a cui Francesco ha partecipato e intende continuare a partecipare…

Francesco, conquistando il titolo italiano, ha avuto modo di rappresentare l’Italia alla World Barista Championship che si è tenuta a giugno a Londra, “un’esperienza bellissima, un’occasione per arricchirsi e confrontarsi con 53 colleghi di altrettanti Paesi, che parlano lingue diverse, usano tecniche diverse, caffè diversi”. Una competizione dove purtroppo gli italiani non arrivano sul podio… “La WBC, organizzata da nord europei e americani, racchiude nel proprio nome il termine “barista”. Una parola italiana, che rimanda al paese dell’espresso, al paese dove è stata inventata la macchina per fare il caffè – racconta Francesco -. Purtroppo stiamo rischiando di perdere un primato che i nostri antenati hanno conquistato con tanta passione. Stiamo rischiando di perdere la fama dell’espresso Made in Italy”.

E allora, come reagire? “Con le nuove generazioni, conosco molti miei coetanei che si impegnano seriamente. La prova è Martina Godina, una ragazza giovanissima che ha vinto il Cup tasting”. In altre parole con l’entusiasmo di approfondire, confrontarsi e mettersi alla prova. Un entusiasmo che Francesco non ha certo perso visto che ha intenzione di rimettersi in gioco per la nuova edizione del titolo italiani baristi. “Ho deciso di partecipare nuovamente al campionato italiano caffetteria, per un motivo preciso: queste gare sono benzina per la mia mente! Mi sono già attivato per farmi spedire una serie di campioni di caffè; ciò significa che dovrò assaggiare, arricchire il mio bagaglio culturale, indagare origini, fazende… Significherà chiudersi in un laboratorio e provare tutti gli ingredienti per preparare la mia ricetta. E poi nella storia del campionato, o se non altro negli ultimi anni, non è mai capitato che lo stesso barista si aggiudicasse il titolo per due anni consecutivi…. Non sarò io? Pazienza. Avrò utilizzato questo tempo per arricchirmi. Anzi, ti dirò, se fosse un ragazzo di diciotto anni a farmi arrivare secondo sarei contento, perché vorrà dire che qualcosa si sta muovendo”.

Un bravo barista: cosa fa la differenza? Francesco lo racconta nel contributo audio:

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E ancora, una confessione e un consiglio ai colleghi:

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