Corpo pieno e buona acidità per una tazza bilanciata con note floreali e di agrumi. Sono queste le caratteristiche che rendono tanto amato il caffè del Guatemala. E in particolare quello Huehuetenango, regione nord-occidentale del Paese centro-americano, le cui particolari condizioni climatiche e morfologiche creano i presupposti per l’elevato potenziale qualitativo dei chicchi.
Qui SlowFood ha creato un proprio presidio, che come tale intende “tutelare le piccole comunità rurali e salvaguardare le loro produzioni artigianali di qualità, legate alla terra e alla tradizione. Sono piccoli progetti che coinvolgono alcune comunità del cibo e hanno fra le finalità il miglioramento della qualità della vita delle comunità stesse attraverso l’organizzazione dei produttori, la ricerca di nuovi sbocchi di mercato, la promozione e la valorizzazione dei sapori e dei territori ai quali sono legati”.
Prima del 2002, anno di avvio del presidio, i produttori locali, nella maggior parte dei casi proprietari di terreni di piccole dimensioni e a bassa redditività, non erano in grado di accedere direttamente al mercato, se non a quello dei cosiddetti “coyotes” locali. Poi l’applicazione di una serie di provvedimenti, tra cui quella di un disciplinare di produzione relativo ad aspetti qualitativi, sociali e ambientali, e la formazione di consorzi hanno garantito nuovi e importanti sbocchi sul mercato internazionale.
Ora il caffè guatemalteco Huehuetenango, che viene prodotto oltre i 1500 metri di altitudine da piante di Arabica di ecotipi tradizionali (typica, burbon, caturra), è sinonimo di qualità a livello globale.