Costa d’Avorio: situazione politica incerta e speculazioni sui prodotti coloniali

Una situazione politica e umanitaria critica che potrebbe sfociare in nuovi eventi tragici proprio in queste ore. A farne le spese sono principalmente la popolazione locale e, da un punto di vista commerciale, i numerosi coltivatori di cacao e caffè eccetto qualcuno che è riuscito a stabilire canali illeciti di commercializzazione bypassando l’embargo. Per inquadrare la situazione abbiamo intervistato Emmanuel Tano Zagbla componente della diaspora ivoriana in Italia.

La situazione della Costa d’Avorio è stata sintetizzata da un nostro articolo pubblicato il 26 gennaio scorso [link]. Ieri è giunta la notizia del prolungamento del blocco delle esportazioni di cacao e caffè fino al 15 marzo. L’embargo, se ha la motivazione di colpire il presidente uscente Laurent Gbagbo (nella foto di copertina, al centro con la cravatta grigia), di fatto ha innescato situazioni deleterie per la popolazione.
Emmanuel Zagbla non nasconde la sua preferenza per il presidente Gbagbo considerandolo maggiormente impegnato a ricercare per il paese condizioni di svincolo dalla politica coloniale dell’occidente e in particolare della Francia. Secondo Zagbla «la vera dinamica della crisi non ha niente a che vedere con le elezioni. E’ una questione bilaterale tra alcuni Paesi africani e la Francia».

Qual è la situazione economica e politica della Costa d’Avorio che secondo lei ha portato a questa situazione?
Sin dall’indipendenza avvenuta nel 1960, 14 paesi africani sono stati costretti a versare al Tesoro francese il 63% di tutte le loro esportazioni. Questi paesi, per accordi chiamati “patti coloniali” con la Francia, non possono vendere i loro prodotti ad altri paesi prima di consultare la Francia. Essi ricevono dalla Francia, nell’ambito degli aiuti allo sviluppo, crediti specifici da pagare con gli interessi. Questi crediti però vengono pescati dal fondo versato [dagli stessi paesi africani] al tesoro francese attraverso le esportazioni. Praticamente i 14 paesi africani si indebitano attingendo al proprio fondo depositato presso il tesoro francese.

Il presidente Gbagbo ha dunque cercato di modificare questo sistema? E’ per il suo atteggiamento liberale  e anti-colonialista che secondo lei l’occidente ha  ritenuto valide le elezioni e preferito riconoscere come presidente Alassane Ouattara?
Sin dalla sua elezione nel 2000 il Presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, costatato il ritardo nello sviluppo economico del paese, ha voluto liberalizzare l’economia, aprendola alla concorrenza attraverso varie iniziative liberali. Quando è arrivato, Gbagbo ha detto di voler cambiare gli accordi di cooperazione economica con la Francia.
L’occidente parla tanto di democrazia ma ha paura della mentalità democratica  e del liberismo di Laurent Gbagbo, ha paura che la sua democrazia faccia scuola. Ouattara invece non è ivoriano è nato in Costa d’Avorio, ma è originario del  Burkina Faso. Ha lavorato nella banca mondiale. Ha i suoi appoggi… la comunità internazionale vuole pagare poco il cacao e il petrolio della Costa d’Avorio.

L’embargo sui beni di cui la Costa d’Avorio è un importante produttore (quali cacao e caffè) oltre a danneggiare molti coltivatori avvantaggia qualcuno?
I ribelli… Il nostro cacao i ribelli lo portano in Burkina Faso e lo esportano. Il Burkina Faso è una zona desertica, dal 2002 il Burkina Faso esporta cacao!

.
Nei contributi audio, Emmanuel Tano Zagbla.

La nascita dei patti coloniali e la situazione economica della Costa d’Avorio:

      zagbla_00_patti_coloniali_economia

Il delicato passaggio elettorale che ha portato l’occidente a riconoscere come presidente legittimo  Alassane Ouattara al posto di Laurent Gbagbo:

      zagbla_01_elezioni

La storia politica di Gbagbo e i motivi per cui non è amato dall’occidente:

      zagbla_03_perche_non_vogliono_gbagbo

La fine dell’embargo. Lo scontro civile:

      zagbla_05_fine_embargo_scontri

Print Friendly, PDF & Email
Share