Il consumatore? Va dove lo porta il cuore… – intervista a Fabian

Tendenze, punti di debolezza, leve promozionali: uno sguardo sul comparto caffeicolo con Massimiliano Fabian, vicepresidente Trieste Coffee Cluster e amministratore delegato Demus, azienda leader in Italia nei processi di decaffeinizzazione.

Demus è anche Demus Lab, laboratorio di analisi e di ricerca e sviluppo. Quali le nuove frontiere in campo?
Le principali frontiere sono lo sviluppo e il perfezionamento delle tecnologie attualmente usate: si punta a incrementarne l’efficacia e l’efficienza. Si fa benchmarking con altri sistemi e li si analizza a fondo, per evolvere, diversificare e seguire il mercato.

In che direzione si muove il mercato?
La crisi ha portato ripensamenti, riflessioni su come lavorare al meglio. Alla fin fine, non ha determinato cambiamenti rivoluzionari: certo è che si segue con grande attenzione i desiderata del consumatore e si cerca di informarlo adeguatamente, compito non facile. Spesso, infatti, le scelte di chi compra non sono oggettive, seguono il sentito dire, le sensazioni… Un fattore che distorce il mercato e che suggerisce a chi vende di tener conto sì della logica e della pragmatica, ma non solo di quelle…

…un punto di debolezza del mercato?
Il mercato è imperfetto: le realtà sono tante e le normative si sviluppano a macchia di leopardo. L’Unione Europea, a mio giudizio, possiede il quadro legislativo più evoluto e restrittivo, ma talvolta al consumatore la garanzia che viene dalla norma non basta, resta dubbioso, non a ragione. Si chiede se seguire l’etica, l’ambiente… Il problema è che per seguirla non sempre dispone di tutti gli elementi che gli consentirebbero di giungere a corrette conclusioni. È un problema anche dell’azienda, perché le piccole realtà non potranno mai disporre di mezzi adeguati per informarlo. Ecco perché abbiamo lavorato su uno strumento come l’associazionismo: permette di arrivare là dove da soli sarebbe impossibile giungere.

L’associazionismo come motore promozionale pertanto. Lei è stato presidente e ora è vicepresidente del Distretto del Caffè di Trieste: quale il ruolo del cluster?
L’idea del distretto risale ormai al 1994: abbiamo lavorato duramente per vederlo riconoscere e ora per svilupparlo. È una realtà rilevante che rappresenta da sola il 12% del settore italiano, già di per sé uno dei più importanti a livello globale. Trieste è una capitale mondiale del caffè, quasi l’intera filiera vi è rappresentata. Per promuoverla lavoriamo sull’interazione grande azienda e piccola-media azienda, cerchiamo di allungarla attraendo nuove realtà sul territorio e ne spingiamo i prodotti in giro per il mondo.

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