Electric Café

Diretto da Gustav Ucicky “Electric Café” è uno dei molti film muti interpretati da Marlene Dietrich all’inizio della sua carriera, prima di essere “scoperta” e portata al successo dal regista e sceneggiatore austriaco Josef von Sternberg grazie al film  “L’angelo azzurro”. “Electric Café” venne realizzato nel 1927.  Nella storia l’attore Willi Forst interpreta un individuo privo di scrupoli. Intrighi danze, colpi di scena, seduzioni e furti coinvolgono la bella e ricca protagonista e altri personaggi che ruotano attorno all’equivoco locale che dà il titolo al film.

Bella e intelligente, Marlene incarna i sogni di molti, non solo sulla scena. Ma nell’autobiografia dichiara: “I monologhi sentimentali non s’addicevano al mio registro. Dovetti quindi adottare uno stile diverso, insinuarmi faticosamente nella pelle di un altro tipo di donna. Non era una donna che mi piacesse. Ma imparai dolcemente tutte le sue detestabili battute.” Marie Magdalene Dietrich muore, a Parigi, il 6 maggio 1992 all’età di 90 anni, dopo una lunga serie di depressioni.

Per “decenza” rifiutò l’ideologia del Führer, aiutò l’emigrazione clandestina di ebrei e altri soggetti perseguitati dalla Germania nazista e continuò la sua carriera cinematografica in America. Chissà come avremmo potuto scrivere la sua e la nostra storia se avesse accettato le avances di Hitler. In una recente biografia della diva, scritta da Charlotte Chandler, è riportata una frase riferita al regista Billy Wilder:  “Se per una volta fossi stata io al posto di Eva Braun, il mondo si sarebbe risparmiato una guerra”.

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