Il Porto di Trieste visto da Vittorio Bolaffio

Il Porto di Trieste visto da Vittorio Bolaffio al Museo Revoltella. A distanza di 80 anni dalla morte dell’artista, in seconda visione dopo l’esposizione appena conclusasi a Gorizia, la mostra “Vittorio Bolaffio e il porto di Trieste nella Collezione Sanguinetti” sarà visitabile dal 16 luglio al 9 ottobre 2011.

Il porto di Trieste è nato attorno al 1700 quando iniziano gli sbarchi dei primi sacchi (o fardi e barili all’epoca) di caffè provenienti dall’Impero Ottomano e in città si aprono le prime botteghe dove bere la scura bevanda. Da Trieste, oggi, passa il 25% dell’import di caffè italiano con oltre un milione di sacchi  stoccati nel porto.

Vittorio BolaffioLa biografia di Bolaffio si incrocia con quella di Modigliani a Firenze, dove si reca nel 1902 per studiare col maestro Fattori, e poi a Parigi dove incontra nuovamente Modì e ha modo di confrontarsi col segno di Matisse. A Trieste Bolaffio arriva nel 1908. Sono tempi difficili di crisi e migrazioni. Il lavoro del porto è un valore aggiunto. Si imbarca per l’India, torna. C’è il desiderio di sperimentare e conoscere. Viaggia, espone, ma resta legato al porto e alla vita culturale triestina. Morirà prima di compiere cinquant’anni, come Modì, di tubercolosi.

Dagli oltre 300 fogli, in taccuini e sciolti, realizzati da Vittorio Bolaffio (Gorizia 1883-Trieste 1931) che compongono la collezione Sanguinetti, sono stati scelti 53 schizzi. Si vede nascere, attraverso i suoi quaderni, il polittico dedicato al porto di Trieste, un’opera che avrebbe dovuto arredare una locanda della zona con le immagini di storie e fatiche quotidiane. Bolaffio sa guardare le persone, anche quelle che  hanno animato con il loro Iavoro il porto: scaricatori e marinai. I loro gesti sono fermati su piccoli fogli. Sono tempi duri e anche la carta non va sprecata. I fogli alternano volti e posture, parole e poesia, stati d’animo e dediche che testimoniano relazioni. Tutto è minuziosamente registrato.

Presenti alla mostra 40 prime edizioni di Giotti, Saba, Slataper, Stuparich, Sofianopulo, Montale, De Tuoni che raccontano il tessuto culturale in cui si muoveva l’artista. La sezione fotografica propone inoltre dodici scatti in bianco e nero di vedute del porto di Trieste mai esposte prima. La mostra, curata da Sergio Vatta, è accompagnata da un raffinato catalogo edito da SVSB di Trieste.

Museo Revoltella [Link]

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