Il caffè di notte

“Ho cercato di esprimere col rosso e col verde le terribili passioni degli uomini […] come il caffè sia un luogo dove ci si può rovinare, diventare folli, commettere un delitto […] ho cercato con dei contrasti di rosa tenero, di rosso sangue e feccia di vino, di dolci verdi Luigi XV e Veronese, in contrasto coi verdi-gialli e i duri verdi-blu, e tutto ciò in un’atmosfera di fornace infernale e di pallido zolfo, d’esprimere qualcosa come la potenza tenebrosa di uno scannatoio.”

Ad Arles, nel dicembre 1888, Gauguin ritrae Vincent Van Gogh mentre dipinge i suoi girasoli  e la sera stessa, al caffè, rischia di venire colpito al capo da un lancio improvviso di un bicchiere. Uno di quei gesti improvvisi e irruenti di Vincent. Gauguin riesce appena a evitarlo. Pochi giorni dopo lo insegue con un rasoio in mano poi si taglia l’orecchio. Nel 1890 il suicidio, muore il 29 luglio.

Alla sorella descrive un altro dipinto realizzato nello stesso periodo: “…la facciata esterna di un caffè di notte. Sulla terrazza, piccole figure, gente che beve. Un lanterna gialla, immensa, illumina la terrazza, la facciata, la camminata laterale e getta anche luce sul selciato e le pietre della strada prendono un tono viola rosato.

Le case e una strada scompaiono sotto un cielo blu tempestato di stelle, dei blu, dei viola, un albero verde. Una notte dipinta senza il nero […] l’area illuminata circostante si colora di un pallido giallo zolfo e di un verde cedro. Mi diverte tanto dipingere la notte “dal vivo”. Normalmente, si dipinge durante il giorno dopo aver fatto lo schizzo. Ma mi piace farlo al momento. E’ vero che nel buio posso prendere un blu per un verde, un lilla blu per un lilla rosa, dal momento che è difficile distinguere la qualità del tono. Ma è l’unico modo per uscire dalla nostra notte convenzionale con una scarsa pallida luce biancastra, mentre anche una semplice candela  ci fornisce una ricchezza di  gialli e arancioni.”

Il caffè in questione è in Piazza del Foro ad Arles, esiste ancora. I quadri ora si trovano al Kröller-Müller Museum, a Otterlo, presso il comune di Ede, un villaggio della provincia della Gheldria, in Olanda e all’Art Gallery dell’Università di Yale, New Haven.

Scrive ancora Vincent al fratello Theo: “Guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini neri che rappresentano le città e villaggi su una cartina. Perché, mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili come quelli sulla cartina della Francia? Come prendiamo il treno per andare a Tarascona o a Rouen, così prendiamo la morte per raggiungere le stelle. “

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