La forza di Maria Teresa Spagnoli

L’Aquila non è ancora ripartita e la popolazione è stanca di promesse e di parole. Tanti i negozi che chiudono, più di prima, la situazione è emergenziale. Dolci Aveja è un esempio di chi continua a investire su nuovi prodotti e originalità, anche se deve fare i conti con una rischiosa riduzione del lavoro.

Maria Teresa Spagnoli, che abbiamo avuto modo di conoscere alcuni anni fa per le sue deliziose ricette abruzzesi, l’abbiamo raggiunta al telefono nella sede Dolci Aveja a Cavalletto D’Ocre e ci ha raccontato come procede il suo lavoro e qual è la situazione in questo momento a L’Aquila.

Oltre alla volontà c’è stata la possibilità di provare nuove ricette?
L’anno scorso abbiamo realizzato la linea cioccolato puro e attualmente stiamo testando le nostre ricette con l’ingrediente burro  per sostituire la  miscela margarina-burro. E’ sicuramente un investimento a rischio e molto costoso, direi una vera sfida.

Qualcosa di nuovo da consigliare ai nostri lettori?
Certamente tutti i prodotti al cioccolato extra puro come i tartufi neri, i torroncini e i mocaccini, che ultimi fra le creazioni si sono rivelati una vera delizia e hanno conquistato una marea di amatori. Poi i nostri cioccolatini ripieni di creme ai liquori artigianali di genziana, di ratafià, di amarene … per non parlare di quelli ripieni al caffè, lo stesso dei mocaccini, tostato a pochi metri da noi,  direttamente dal Gran Caffè  dell’Aquila, perché comprare aquilano è un piacere e un dovere  morale.

Che aria si respira a L’Aquila dopo tre anni dal terremoto?
La situazione è peggiorata, per la prima volta i miei dipendenti rischiano una riduzione dell’orario di lavoro. Ho cercato di evitarlo finora, come gli avevo promesso il 6 aprile poche ore dopo il sisma. “Ce la faremo non dovete avere paura” dissi loro, ma non ho altre scelte, l’aquilano  non compra, non è più lo stesso, non ha animo  per festeggiare. Molti dei nostri clienti sono andati via , si sono trasferiti e forse non torneranno più. La popolazione è demotivata.

Come pensate di uscire da questa situazione …
Sinceramente non lo so. Siamo stati a varie fiere e abbiamo contattato potenziali clienti, ma nessuna conferma. Spesso richiedono una campionatura e poi spariscono. Così si aggiungono ai prodotti  i costi di spedizione, che vanno ad aggravare una situazione economica già difficile.

So che a un certo punto ha lanciato un appello …
Sì, io non sono mai stata tecnologica, ma mi sono ritrovata a mandare una mail con oggetto: Sos, aiutateci a lavorare, a salvare i posti di lavoro.

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