Ieri, 7 giugno, in sede illy a Trieste Andrea Illy, presidente e amministratore delegato della illycaffè, e Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, hanno presentato l’accordo volontario stipulato tra il Ministero e l’azienda caffeicola sull’analisi, riduzione e neutralizzazione dell’impatto sul clima del settore caffè.
L’iniziativa rientra in un programma articolato messo a punto dall’azienda, basato sugli obiettivi del pacchetto clima-energia fissati dall’UE per il 2020: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili. Un progetto che si inserisce nel concetto di sostenibilità economica, sociale e ambientale che accompagna da molti anni la illy. Un percorso iniziato nei primi anni ’90 tramite un lavoro di avvicinamento ai produttori dei paesi d’origine del caffè continuato poi tra il 1989-2000 con lo sviluppo delle prime due Università del Caffè, in Italia e Brasile, per diffondere la conoscenza che ha raggiunto l’apice con il 2010, anno in cui è stato formalizzato il percorso costituendo un Comitato di sostenibilità che ha avuto il mandato di conseguire una certificazione di qualità finora inesistente “Responsible Supply Chain Process” di DNV Business Assurance e alla recente messa a punto di due nuovi impianti che utilizzano energie rinnovabili. Il percorso definito insieme al Ministero prevede quattro passaggi: la messa a punto della metodologia di calcolo dell’impronta di carbonio, secondo protocolli riconosciuti a livello internazionale, l’individuazione degli interventi finalizzati alla riduzione delle emissioni di carbonio, la definizione di un sistema di gestione delle emissioni, per il settore caffè, mirato alla riduzione della carbon footprint e la valutazione delle restanti emissioni e individuazione delle possibili azioni per la loro neutralizzazione.
L’accordo tra illycaffè e il Ministero chiude un cerchio e riconosce un valore. Nell’economia mondiale gli investimenti più considerevoli sono rivolti alle soluzioni sostenibili, nel 2011 i cosiddetti prodotti verdi hanno avuto un aumento di acquisto del 20%, a conferma che questo è il trend da seguire per la crescita. Lo scopo è favorire l’emissione dell’eccellente per dare un esempio e portare le imprese italiane verso un brand che assicuri prodotti di qualità. A Bruxelles è stato costituito un gruppo di lavoro dell’Unione europea che ha come obiettivo di individuare gli indicatori europei per l’uso sostenibile da assumere poi nei bilanci annuali degli Stati membri. Oggi abbiamo come riferimento soltanto il prodotto interno lordo, tra qualche anno potremo contare su indicatori delle risorse e su valori che calcolano il loro impatto. Il tema cruciale sarà proprio la compatibilità tra la crescita e le risorse energetiche. E’ il passo che porterà a calcolare il PIL verde.
“Nella nostra famiglia i valori etici sono stati sempre portati avanti prima da mio nonno Francesco, poi da mio padre e oggi da noi – dichiara Andrea Illy – c’è stato insegnato che l’impresa come modello per la società è il secondo mattone importante dopo la famiglia.
“Dobbiamo trainare le imprese italiane verso marchi di qualità e quindi indicare la strada che possono seguire – sottolinea Corrado Clini – per avvicinarle agli obiettivi che sempre di più diventano obblighi”.