A quasi due mesi dalla scomparsa di Luciano Teichner, avvenuta il 10 luglio scorso, sia permesso pure a me un breve saluto di commiato. Luciano Teichner, una vera istituzione nel mondo del caffè torrefatto italiano, era zio di Rodolfo Greco che gestiva fino a pochi anni fa una graziosa bottega (Torrefazione Teichner) a Roma al civico 15 di piazza di San Lorenzo in Lucina a fianco della centralinissima via del Corso. Ora l’attività si è trasformata con una proposta di ristorazione, saldamente nelle mani del figlio.
Il locale, sorto nel 1922, dopo la ristrutturazione con cessione di alcune superfici, di un paio di anni fa, è ora un gradevole ristorante-lounge bar con uno spazio esterno sempre molto frequentato. Peraltro, da non molto, nello stesso edificio soprastante sono stati ricavati degli appartamentini in quello che i titolari chiamano “Teichner Suite”.
Reminiscenze del passato portano la mia mente a fine anni Settanta quando iniziai a “fiutare”, analizzare e approfondire le mie ricerche sul caffè per conto della ditta Tropical Corporation. Allora, lo zio Luciano era frequentemente in contatto con i miei titolari: i compianti Erich Breiner, ma soprattutto Ernst Lichtenstein. Ricordo che i rapporti fra quest’ultimo e Teichner erano giornalieri e gli affari andavano a gonfie vele. Al punto che, i miei datori di lavoro, si facevano spedire, per proprio uso e per noi dipendenti, ingenti quantitativi di tostato dall’azienda ubicata alle porte di Roma: “Cafè do Brazil” il nome della torrefazione.
Proprio in Brasile, dove Luciano Teichner decise di trasferirsi una trentina d’anni fa a conclusione della sua attività professionale e dove riposano le sue spoglie.
Ricordo la deferenza che la sua persona richiedeva e, di conseguenza, l’ossequio osservato da noi dipendenti.
Con Luciano Teichner, un altro pezzo significativo della storia del caffè italiano se ne è andato.
Per approfondire: Teichner Suite