Lo Staff del professor Giorgio Graziosi dell’Università di Trieste è riuscito a decodificare il sequenziamento del genoma della Robusta. Parliamo di Robusta e non di caffè in generale, perché la specie Arabica richiede un discorso più lungo.
«Se stendessimo su una linea il DNA di un chicco di caffè Arabica – afferma Giorgio Graziosi – potremmo compiere il viaggio di andata e ritorno dalla Luna» I cromosomi di Robusta sono 22; quelli dell’Arabica 44. Sono proprio specie diverse e, anche se sorseggiando la tazzina troppo spesso non soppesiamo la cosa, per un azienda e per un consumatore attento il discorso si fa davvero interessante.
DNA Analytica Srl, azienda spin off dell’Università triestina, è in grado di fornire un servizio che distingue, anche se il caffè è tostato e macinato, la tipologia del chicco di origine e le percentuali che hanno composto la miscela arrivata sul tavolo del loro laboratorio.
DNA Analytica Srl offre: analisi e certificazione delle miscele o monorigine di caffè di Arabica e Robusta e della purezza di uno stock di caffè, certificazioni di presenza/assenza di Organismi Geneticamente Modificati (OGM).
Sandalj Trading Company, trader di caffè verde di Trieste operante a livello internazionale, ha affidato al prof. Graziosi e al suo Staff l’analisi del DNA del Jamaica Blue Mountain (JBM), uno dei caffè più ricercati e costosi. E per la prima volta al mondo, a protezione di acquirenti e consumatori di caffè, sono stati certificati, con la tecnica del fingerprinting, i lotti il cui genoma corrisponde esattamente al codice genetico del JBM.
DNA Analytica Srl dispone di una banca dati del DNA di 320 varietà di caffè Arabica ed il DNA del JBM in possesso della Sandalj Trading Company è stato confrontato con i vari campioni di DNA di caffè della Banca Dati. È risultato che il campione della Sandalj Trading Company è identico al campione di JBM della banca dati.
Il fingerprinting è un’analisi del DNA finalizzata all’identificazione certa di un determinato campione biologico, sia esso umano o di altro organismo vivente di cui si conosca il corredo genetico. Normalmente il caffè è venduto già tostato e spesso macinato e il consumatore è costretto a fidarsi di quanto riportato in etichetta. Gli stessi operatori del settore sono costretti a tostare, macinare e assaggiare il caffè in tazza per valutarne la qualità del caffè verde acquistato. Grazie al fingerprinting i dubbi di consumatori e operatori del settore si dissolvono con un dato inconfutabile a un costo contenuto (€ 80-200 a seconda del tipo di analisi).
Gli studi proseguono per svelare il genoma dell’Arabica, lungo quanto il viaggio di andata e ritorno dalla Luna, e per comprendere come migliorare le specie e realizzare piante di caffè più resistenti alla siccità e ai cambiamenti climatici o ai parassiti o persino capaci di produrre caffè con differenti quantità di caffeina. Perché con investimenti, ricerca e innovazione è possibile migliorare e crescere.