Caffè problemi e risorse

Ricerca è caffè vanno a braccetto. Il matematico Paul Erdős dichiarava la sua assoluta necessità di caffè per produrre teoremi. Il caffè è risorsa in molti campi (e non solo durante una pausa): molte università svolgono ricerca su caffè, caffeina, derivati e continuano a produrre risultati.

C’è chi ribadisce soglie di pericolosità o addirittura delinea il momento cruciale per una overdose da caffeina e chi ne riporta i vantaggi per alcune patologie oncologiche.

L’Università di Bonn studia le alterazioni delle contrazioni cardiache determinate dalle bevande energetiche.

Evitare di far coincidere il consumo di caffè con i picchi di cortisolo nel sangue è invece la raccomandazione di Steven Miller neuroscienziato della Uniformed Services University of the Health Sciences nel Maryland. 

L’ospedale pediatrico di Zurigo mette in guardia sul consumo eccessivo di caffè perché ritarderebbe lo sviluppo cerebrale.

Uno studio dimostra come il caffè definito biologico piace, (e si paga di più), anche quando biologico non è!! Ma l’Università di Wageningen (Olanda), per evitare frodi, ha determinato una tecnica in grado di definire con certezza se un caffè è biologico.

Quando azienda e ricerca si sposano danno frutti inaspettati e utili a tutti. Come nel caso della Cattelan Distributori Automatici, dell’Università di Udine e Blucomb, un suo spin-off, che lanciano un innovativo progetto: risolvere in modo sostenibile lo smaltimento dei fondi di caffè dei distributori automatici trasformando i fondi di caffè in pellet. E il problema diventa risorsa.

Bevendo un caffè penso a problemi e crisi e, come Paul Erdős, spero di produrre anch’io un teorema: “Se ai problemi si trovano risposte etiche, e non si lucra sulla pelle e sulla vita altrui, emergeranno risorse per tutti, con etica tendente allo zero la povertà tenderà all’infinito”. Mi applicherò alla sua dimostrazione, si accettano collaborazioni.

 

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